lunedì 16 febbraio 2009

musicalizador e affini


Qualche tempo addietro sono capitato in una milonga di un'altra città. Tanti tangheri, anche giovani; un bel locale, curato e con buona pavimentazione. Anche l'impianto stereo era più che accettabile. Insomma c'erano tutti gli ingredienti...meno che il tango, la musica intendo. Si è ballato di tutto, da Branduardi ai Gotan Project! I momenti più felici sono stati degli inusuali incisi di qualche orchestra degli albori, di Pugliese (quando già componeva musica da ascolto) o Piazzolla.

Tra un tango e l'altro, parlando con una giovane tanghera, mi sono trovato ad esternare la speranza che il brano successivo fosse un pò più tradizionale. Mi ha guardato stranita, e mi ha chiesto come mai preferissi la musica antica a quella contemporanea e ballassi in abbraccio chiuso ... e ha aggiunto "non è roba per giovani!".

...ammetto d'essermi venduto per quell'esclamazione finale. In fin dei conti, per ballare un buon tango c'è sempre tempo...per sentirsi includere tra i giovani ce n'è sempre meno! Di buon grado ho ripreso a ballare, credo un brano pop, allargando di tanto in tanto l'abbraccio per perdere qualche anno. Non che ne abbia tanti, ma sentirsene qualcuno in meno, ora che passano così velocemente, mi sembrava un'esperienza interessante!

Ora, lasciato il faceto, una milonga così astrusa non l'avevo ancora vissuta. Tuttavia, senza partire da sterili pregiudizi, constato solo come la musica elettronica abbia così poche sfumature e variazioni che, almeno per me, risulti estremamente monotona (e poco poetica) da ballare. Passi un brano o due...ma tutta la serata!?

Mi sembra ovvio che non si potrà continuare a pensare al tango degli anni '40 all'infinito e che prima o poi una "rivoluzione" anche musicale dovrà avvenire. Sarebbe miope non accorgersi che il tango è vitale proprio perché evolve. Tuttavia, da questo, ad accogliere a braccia aperte ogni sciocchezza cancellando tutto il resto mi sembra davvero poco ragionevole. La musica degli anni '40 è il prodotto di almeno un decennio in cui centinaia di orchestre hanno suonato per i ballerini, quasi incessantemente; quella elettronica che la dovrebbe rimpiazzare è il prodotto (commerciale?) della "selezione" tra qualche decina di formazioni, che forse, in milonga, non avranno mai messo piede.

Posso solo aggiungere che aspetto con impazienza che i musicisti, in argentina come in Italia, inizino in massa a confrontarsi con le sale da ballo. E che ci sia la giusta selezione dei migliori, piuttosto che degli unici. Credo sarebbe il sogno di quasi tutti i ballerini poter ballare con musica dal vivo. Ma ora è troppo presto: la musica è ancora lontana dalle milonghe, forse anche per giuste considerazioni di ordine economico. In Italia, quei pochi che musicisti che si trovano in milonga non vanno al di là di Piazzolla.

Quando si pensa al rinnovamento, sarebbe forse il caso prima di capire cosa sia il tango e solo dopo pensare di cambiarlo (Piazzolla docet). Per questo credo che un musicalizador che imposti tutta una milonga su musica non di tango sia totalmente fuori contesto, così come gli organizzatori che lo invitano e i maestri che "lo ballano". Certo, devo ammettere che la milonga dove sono stato era piena di gente, tutti divertiti ed entusiatsti. ...ma a questo punto di cosa stiamo parlando?
(foto by gerrysan)