venerdì 10 ottobre 2008

Arringa milonguera

Un argomento molto gettonato nelle comunità tanghere riguarda le differenze stilistiche. Oggetto del contendere è spesso il “tango milonguero”. Sento dire che l’espressione è sconveniente e che ha solo valenza commerciale; che lo stile di ballo è limitativo, adatto solo per tangheri poco talentuosi e che rappresenta la versione semplificata del vero tango. Prima rispondevo, argomentavo, dibattevo. Poi mi sono arreso: ognuno è libero di fare e pensare come gli pare. E tuttavia, quando a discettare “dottamente” dell’argomento sono maestri, organizzatori o altri operatori con responsabilità verso le comunità tanghere, mi torna il desiderio di spendere qualche parola.

milongueros

Come più volte detto, il tango “milonguero” indica almeno etimologicamente il tango della milonga e in questo senso è sinonimo di tango salon. Prima d’ogni altra osservazione mi sembra dunque ovvio che, di tango milonguero, ne possa parlare con cognizione di causa solo chi frequenta abitualmente le milonghe e ama cimentarsi con la pista nella sua più gloriosa espressione (i.e. quando pullula di tangheri!). Di contro chi più discetta dell’argomento sono proprio quei tangheri, anche maestri, che frequentano la milonga saltuariamente e che riescono a dar sfoggio della loro abilità solo in fine serata, con la pista ormai vuota. Tuttavia millantano esperienze portene, in epiche vacanze, durante le quali hanno potuto saggiare il “vero tango” (ed evidentemente il “vero tango” i loro quattrini!).
estilo

Con l’espressione tango milonguero è costume indicare anche una particolare espressione stilistica nell’ambito degli stili di tango salon. Deve essere subito chiaro cha la tassonomia stilistica cerca di catalogare realtà o interessi che già esistono, senza la pretesa di crearne di nuovi. Questa catalogazione ha un’utilità pratica, permettendo di qualificare corsi, stage, ecc., a beneficio dei potenziali fruitori (e talora anche dei maestri e degli organizzatori!). Vale la pena di aggiungere che Susana Miller, a cui è attribuita la primogenitura dell’espressione “tango milonguero”, non ha inventato nulla di nuovo ma ha semplicemente definito il modo di ballare di alcuni (e non di tutti!) vecchi milongueros, approfondendo gli aspetti pedagogici. Numerosi maestri argentini, talora anche molto autorevoli, disconoscono questa caratterizzazione stilistica mentre altri la denigrano apertamente ravvisandone solo degli scopi commerciali. Nulla di cui stupirsi: i denunciati fini commerciali, diretti o indiretti, sono molto più diffusi nel mondo del tango di quanto i detrattori della Miller lascino intendere! Al di là di queste diatribe, non sempre ispirate a nobili principi, ci si rende facilmente conto che l’insegnamento della Miller non è poi così originale, anzi… Segno che il tango salon - stile milonguero è più o meno tecnicamente definito e non si tratta di un’estrapolazione da altri sistemi.
esperienza

Ogni milonguero con un certo bagaglio d’esperienza (di milonga, si badi bene) si differenzia per un suo unico ed irripetibile modo di ballare. La “tecnica” del tango milonguero si basa sull’“esperienza collettiva” cioè sull’insieme di quei caratteri che accomunano i cultori di questo stile, con l’imprescindibile contributo di chi le milonghe di Buenos Aires le ha frequentate per una vita. Partendo da questa base tecnica il tango milonguero si arricchisce poi dell’esperienza più raffinata dei grandi ballerini (sempre di milonga), con dettagli e particolari, talora davvero poco appariscenti, che possono rendere un ballo più frizzante, armonioso e gradevole. Così, la tecnica del tango milonguero si compone d’elementi basilari, in genere più evidenti almeno agli occhi del profano, e di altri più “sottili” che possono essere acquisiti solo in momenti successivi, quand’è maturata la giusta esperienza (di milonga, ovviamente). L’abbraccio tendenzialmente serrato sui due lati del petto è quindi solo una delle componenti tecniche “basilari” del tango milonguero e non certo l’unica. Quando esperti tangheri d’altra formazione, ma profani milongueri, stringono l’abbraccio con cipiglio appassionato, emulando goffamente ben più illustri ballerini, e nella convinzione d’aver esaurito d’un sol colpo l’esperienza e lo studio necessari, liquidano tutta la complessità di un linguaggio loro sconosciuto come “tango semplificato e limitativo”, viene da pensare che semplificata e limitata sia piuttosto la loro competenza.

semplificazioni

La convinzione secondo cui il tango milonguero rappresenterebbe la “versione semplificata” d’altri modi di ballare nasce dall’erronea supposizione che, data la difficoltà ad eseguire in abbraccio serrato figure più “ariose”, esso equivalga ad un tango aperto privato della possibilità d’aprire l’abbraccio! Ora occorre una precisazione. Nei luoghi dove si balla un tango sociale è dato per scontato che alcune figurazioni non possano e non debbano essere eseguite. Forse in Europa e in Italia non è poi così scontato. Mi hanno raccontato di famosi maestri argentini che dopo aver calcato le milonghe europee con evoluzioni mirabolanti, una volta tornati nei loro luoghi d’origine, sono stati visti ballare in modo molto più sobrio. L’impressione è che l’Italia, insieme a tanti altri paesi, sia vissuta spesso come terra di conquista dove, accantonate le regole, prevale la necessità di fare proseliti sia ballando in modo più appariscente sia insegnando un tango tutt’altro che sociale. Questo tipo di tango, spacciato per tango da milonga, alla fine è un tango più da esibizione o da palcoscenico. Così, in Italia, prima ancora di confrontare lo stile milonguero con gli altri stili di tango da milonga (o tango salon da noi poco o male diffuso) occorre differenziarlo dal tango da palcoscenico.
genetica

Senza dilungarmi su argomenti triti e ritriti, mi sembra opportuno richiamare una differenza genetica: il tango da palcoscenico nasce per emozionare il pubblico; il tango milonguero (al pari degli altri stili da sala) per il piacere della coppia di ballo. Nel corso della reciproca evoluzione, il primo ha selezionato le tecniche più adatte a suscitare impatto emotivo sul pubblico, tralasciandone altre di minor effetto scenico; il secondo ne ha sviluppate invece altre ancora, talora poco appariscenti, ma adatte ad aumentare la gradevolezza del ballo nella coppia. Non si tratta d’attributi mutuamente esclusivi nel senso che non necessariamente un tango da palcoscenico sarà sgradevole o uno milonguero esteticamente deprecabile e tuttavia va da se che il primo privilegi le tecniche “belle”, il secondo quelle “piacevoli”.

fascino

Stante l’esistenza di elementi tecnici “propri”, non condivisi e talora antitetici tra il tango milonguero e quello da palcoscenico, l’affermazione secondo cui il primo sia la versione semplificata del secondo vale esattamente quanto l’inverso nel senso che il tango da palcoscenico manca di sviscerare la parte tecnica responsabile della “piacevolezza” nel ballo da milonga! Giusto per citare qualche banale esempio: i ballerini da palcoscenico danzano avendo cura di mantenere una postura relativamente rigida e sempre elegante mentre i milongueros sanno bene che la piacevolezza dell’abbraccio può essere ricercata attraverso una postura morbida e “accomodante”, anche usando movimenti tipici, talora esteticamente insignificanti, ma di certo gradevoli nello spazio della coppia. Analogamente: i passi lunghi ed eleganti nella camminata sono fondamentali per lasciare apprezzare la bellezza del movimento ad un osservatore mentre, in milonga, la possibilità di variare intensità ed energia del movimento offre grandi spunti interpretativi e di comunicazione oltre a premettere una gestione di spazi spesso improvvisamente ridotti. E ancora: in uno spettacolo i “tacchi al vento” della ballerina danno spunti di grande suggestione mentre in una milonga l’incolumità delle coppie ne risulta avvantaggiata se i tacchi restano sempre rasi alla pista. Gli esempi si possono moltiplicare. Così ambedue gli stili hanno un fascino proprio ma caratterizzato da elementi tecnici differenziati. Fatto sta che numerosi critici del tango milonguero, anche se amano definirsi “salonisti” hanno in realtà un’esperienza ed una formazione per lo più da “palcoscenico”. Paradossalmente, quando insegnano, trasmettono figurazioni improbabili a persone che non hanno alcuna velleità di esibirsi e talora neanche un fisico sufficientemente allenato per farlo, rendendole semplicemente ridicole.
condivisione

Critiche più fondate mi sento di riceverle e condividerle da chi invece balla un buon tango da sala (milonga) anche se con stile “non milonguero”. A dire il vero, con questi ultimi, le differenze si limano molto e comunque si risolvono facilmente nel gusto e nella sensibilità individuali. Infatti il tango milonguero, con una posizione leggermente inclinata in avanti e con l’abbraccio serrato da tutti e due i lati favorisce una comunicazione immediata e, come conseguenza, la possibilità di un’interpretazione più vivace e improvvisata. Altri stili ballati come si suole dire “più in asse” favoriscono invece altri tipi di dinamiche, altrettanto difficili e affascinanti. A questo punto resta solo una questione di scelta in base al proprio gusto e, non certo, in funzione della semplicità dell’uno o dell’altro stile perché, com’è ben noto, in tutti i casi l’apprendimento richiede studio e pratica.
medaglia

Ogni medaglia ha però due facce e se da un lato c’è chi gratuitamente critica e sminuisce lo stile milonguero dall’altro ci sono (pseudo) milongueri che fanno di tutto per tirarsi addosso le critiche. Questi ultimi sono quelli che millantano attitudini elitarie, che ostentano irriverente superiorità eludendo, loro per primi, lo spirito del tango della milonga, di cui si professano cultori (sigh! … cfr. il post “tango tristemente milonguero”). Spesso, ma è ora solo una considerazione personale, questi pseudo milongueri sono devoti allievi di maestri non propriamente milongueri e non sembrano affatto incuriositi dal significato di ciò che ballano al di là di dove sistemare il piedino e di come eseguire un adorno. Come conseguenza alimentano sentimenti di repulsione verso lo stile milonguero da parte di chi legittimamente e serenamente preferisce altri modi di ballare. Così chi ama semplicemente andare in milonga per svagarsi un po’ si trova in mezzo alle becere dicerie di chi, forse, in milonga non dovrebbe proprio andarci se non gradisce innanzitutto la dimensione sociale del tango.
insegnamento

Riprendendo il discorso tecnico mi sembra che il punto cruciale sia la qualità dell’insegnamento nel senso che, tolti gli elementi in comune a tutti gli stili (gli argentini sogliono ripetere che “il tango è uno”), ogni maestro dovrebbe mettere in risalto gli aspetti e le dinamiche tipiche del tango che sta insegnando, che vanno ben al di là delle “figure”. Imparare il tango milonguero non significa apprendere lo stesso tango da palcoscenico meno qualcosa ma piuttosto approfondire gli elementi caratterizzanti; esattamente com’è per gli altri stili! In assenza di questa caratterizzazione e quindi senza uno studio sufficientemente lungo e approfondito, ogni stile risulterebbe semplificato.
test

Così se a qualcuno sembra che il tango che sta imparando sia una versione “semplificata” non ha che da chiedere al proprio insegnante quali siano gli elementi tipici del suo stile (che prima o poi dovranno pure essere approfonditi!). Nel caso del tango milonguero, se la risposta dovesse essere del tipo l’“ocho milonguero”… conviene subito cambiare stile! :-)

12 commenti:

sirena ha detto...

Ciao Massi, bentornato!Che dire che tu non abbia già detto in modo cosi' puntuale ed approfondito?
Sottosrivo tutto quanto.
Purtroppo la diatriba tango milonguero/tango salon/tango escenario ormai fa parte del repertorio tanguero: prima o poi se ne discute.
Non sempre con cognizione: per alcuni con leggerezza si tratta di "abbraccio stretto" o "abbraccio largo", che in sè non vuol dire nulla.E' risaputo che dietro un tipo di abbraccio c'è un diverso modo di "marcare", ovvio che non basta stringere a sè una ballerina per affermare "Ballo milonguero"..
E certamente pecca di superficialità colui che ritiene il tango milonguero "povero":chi balla milonguero sa bene quante e quali opportunità offra "quell'abbraccio".
Sul rovescio della medaglia, ahimè, ti do' pienamente ragione. A volte la supponenza di alcuni penalizza un'intera categoria di persone.Il milonguero triste e poco affabile, quello che comunque "se la tira" è una realtà.
Ecco allora che gli inviti sono "esclusivi", cosi' come i semplici saluti (!):insomma ci sono figli milongueri e figliastri milongueri;-)
Cio' significa negare le origini popolari e sociali del tango:quindi ballare un tango milonguero "monco", perchè privato di un aspetto sostanziale.
A presto!
Dori

massitango ha detto...

ciao Dori, il bentornata anche per te! A dire il vero non ho scritto sul blog per qualche mese ma non per questo ho smesso di curiosare negli altri siti di tango, tuo blog compreso che leggo sempre con piacere. Di tango è bello parlarne ma il più lo dico in milonga, ballando, alla persona con cui condivido la tanda. E allora mi piace scrivere quando provo un'emozione particolare che penso possa essere condivisa anche da altri magari in città e in contesti differenti. Mi fa piacere che ci ritroviamo d'accordo su molte sfumature del tango, spessissimo anche su quelle che pubblichi sul tuo blog ed a cui per pigrizia o per poco tempo non rispondo (lo faccio ora in modo cumulativo!...vale uguale?).
Questa estate ho conosciuto tangheri della tua città, e mi sono permesso di chiedere se ti conoscessero per mandarti dei saluti meno virtuali. Non ho trovato amici tangheri in comune e così ti mando un altro saluto virtuale, e a presto sui prossimi post!

niky ha detto...

"Certo se uno il milonguero non lo sa ballare allora non ti trasmette niente. Da cui approfitto per dire anche che il milonguero è meno facile di quanto si possa pensare !"

commento numero 95 del post "El tango esta en el Abrazo: Parliamone !!!" su FAIblog)

Credimi su un blog come Faiblog dove passa davvero di tutto (circa 1000 accessi giornalieri) è veramente difficile prendere posizioni troppo nette. La cosa più intelligente che uno possa fare è far affiorare le contraddizioni ed i problemi...poi se uno vuol sbattere la testa contro un muro di cemento che lo faccia pure.
Proprio in questi giorni ho mandato una mia amica che vuole ballare tango nuevo dalla mia ex-insegnante. E non ho fatto proprio null aper distoglierla: quello è il suo tango, forse, e quellosi merita.
Niky

massitango ha detto...

ciao Nicky, dopo esserci incrociati nei commenti su altri blog (in particolare ricordo quelli inerenti l'opportunità di suonare Piazzolla in milonga) ci ritroviamo anche qui; con piacere.
Purtroppo, parlando di stili, di tecnica, di educazione in milonga, di socialità ecc., spesso ci dimentichiamo (io per primo) i nostri esordi. Quando iniziai, pure nella fortuna d'essere guidato da bravi maestri, ricordo a malincuore tutte le mie pecche e lacune. Spesso urtavo altre coppie, "maltrattavo" la ballerina e, talora per timidezza o disorientamento in un nuovo ambiente, non ero "socievole" come magari lo sono ora. In più ero affascinato dalle figure spettacolari, da sacade, salti ecc.. Noi, sui blog, si parla molto di queste tematiche ed io per primo critico chi è oggi com'ero io un pò di anni addietro! Così trovo imbarazzante prendere posizioni nette quando nel mio stesso percorso noto un cambiamento continuo (che chissà dove mi porterà!)
Sembra naturale che ognuno faccia la propria esperienza, col "tipo" di tango che più lo affascina.
E tuttavia credo che a noi, che un pò di strada ne abbiamo fatta e che possiamo nel nostro piccolo influenzare le comunità tanghere (ad esempio mettendo musica, insegnando o semplicemente "comportandoci bene" in milonga), spetti qualche responsabilità nel far sì che il nostro tango (quello "italiano", come leggo su un'altro post) evolva verso direzioni più ragionevoli.
Il tango: ognuno si sceglierà il suo, salvo capire prima o poi che di contraddizioni ce ne sono molte; sperando che tra più modelli di ballo, comportamento e socialità prevalgano i più consoni.
Nella mia esperinza ho notato che il tango delle figure, quello senza cuore, ha le gambe corte nel senso che dopo qualche hanno esaurisce tutto ciò che ha da dare e o si cambia o si lascia.
E concordo pienamente con te nel dire che il tango milonguero, quando ne siano stati intuiti (prima ancora che afferrati) spirito e tecnica, offra mille spunti di comunicazione e "trasmissione". Certo, sino ad allora, la strada è un pò in salita...

niky ha detto...

E' un bel post, il tuo.
Hai riassunto molto bene quello di cui abbiamo dibattuto in diversi posts su diversi blogs, nelle ultime settimane, non ultimo l'argomento della 'dimensione sociale del tango', che purtroppo in modo trasversale a molti ancora sfugge.
Io dopo tante diatribe sono un po' stanco; stanco e solo ! Mi accorgo infatti che il tango che dilaga di più è proprio quello che mette in risalto aspetti spettacolari o presunti tali e se prendi posizione ci saranno sempre milongueros, nel senso di praticanti della milonga, pronti ad accusarti di non saper ballare o di non esser in grado di ballare il loro stile. E ci sono interessi dilaganti....
Non ho voluto influenzare la mia amica, con cui andrò a ballare presto, con lo scopo di farlo non verbalmente ma col corpo, cercando di farle provare il tango milonguero avvolgendola con le mie braccia, cercando di farle sentire il piacere della marca di petto o il calore del guancia a guancia o ancora la presenza del ritmo. Poi stara' a lei apprezzare o meno questo tipo di ballo.
Io devo ancora crescere molto come milonguero, nel senso di "ballerino di estilo milonguero", perchè è solo un anno che lo studio, ma davanti spero di avere ancora tutta una vita.

massitango ha detto...

ciao Nicky, purtroppo (o per fortuna!) il lavoro non mi permette di dialogare celermente sui blog ma, prima o poi, arrivo e leggo tutto! Sono ovviamente d'accordo con te; e come non esserlo se ci ritroviamo in un blog che si chiama "tango milonguero"?
Al di là dello stile preferito, credo che tutti i frequentatori di mlonghe si possano trovare d'accordo su un punto: con l'eccezione di chi ha eletto il tango a propria professione, tutti gli altri in milonga ci vanno perché, dopo una giornata (o per alcuni una settimana) di lavoro, hanno il desiderio di passare qualche ora serenamente, insieme agli altri, condividendo la propria passione per il tango. Panso che in fondo (talora molto in fondo) ai "valori genuini" tutti siano sensibili e così, riprendendo il tuo post sull'abbraccio (con i relativi commenti), a prescindere di come lo si preferisca, stretto, semistretto, fluttuante o largo (?), l'importante è che sia genuino, come quando si abbraccia un'amica/o per il gusto di comunicargli qualcosa! Nel tango milonguero l'abbraccio è semplicemente "vero"; forse ci sono anche abbracci "aperti" altrettanto veri e genuini...a me personalmente non trasmettono emozioni. Ti dirò di più: quando provo (o devo!) a ballare con l'abbraccio semi-aperto o aperto mi annoio, e mi sembra, ora sì, di ballare un tango semplificato! Ma sono, come ho scritto nel post a parti invertite, solo "miei limiti" derivanti dalla mancanza di uno studio approfondito. Tuttavia se un modo d'essere, quale esso sia, è genuino e muove dal desiderio di incontrare e rispettare gli altri credo che le critiche non abbiano alcun senso.
Anche a me capitano le disavventure che racconti ma, in genere, dopo ogni tango so di aver condiviso un momento "vero" con la persona con cui ho ballato e questo mi è sufficiente. L'opportunità di gratificare il senso estetico di chi guarda (e critica) viene molto, molto dopo la mia personale gratificazione con la ballerina. Immagino che per te sia lo stesso.
Quando poi, dietro le convinzioni e le critiche, si celano "interessi dilaganti" (problema comune in tutte le città...) al di fuori del semplice gusto per la milonga e della sua socialità...forse "stanchi e soli" sono più loro!
Sono sicuro che con la tua amica ballerete stupende tande ;-)

Alessandro ha detto...

Arrivo tardi, come spesso capita ultimamente, su post degni di molta attenzione come questo.
Complimenti Massi per questo post ma per il blog in generale... che, a partire dal titolo, condivido pienamente.
Vorrei citare diverse frasi, nel post e nei commenti... ma... mi ritroverei soltanto a sottoscriverle al 100 %.
Come te condivido lo spirito del tango milonguero... forse per un "mio limite" l'unico che considero in grado di trasmettere emozioni.
Niente tango da esibizione... niente piedini messi bene o adorni perfetti. (Peraltro per ballare BENE tango aperto servono COMUNQUE anni ed anni di esperienza ed io conosco soltanto una coppia di ballerini "da milonga" che mi piace vedere ballare tango aperto).

Chi difende l'abbraccio salon oppure aperto parla di emozioni al pari del milonguero o diverse ma comunque intense...
Forse l'argomento non e' opinabile e rispetto l'opinione di chi sostiene questo... ma la considero piu' affidabile se questa persona balla egregiamente entrambi gli stili... (e per ora non ne conosco!!!)

Chi insegna invece... prima o poi cade nella scelta di un ballo piu' FACILE DA INSEGNARE (anche se crea dei mostri nei primi anni...) e piu' FACILE DA BALLARE... (prima la gente puo' andare in milonga e prima i profitti delle scuole che hanno una milonga collegata lievitano!!!) La mia prima scuola di tango ora non cita neppure piu' il tango MILONGUERO nei suoi volantini... ora insegna tango SALON e tango SPETTACOLO... ma anche salsa, bachata, merengue, cha cha cha... liscio standard... danza del ventre... il ballo del qua qua... e quello di "simone" 8)))

Ps: (a parte gli ultimi due e' tutto vero!!! ;)

Non so... (e non mi interessa) con quali risultati... ma posso immaginarlo...

Trovare una buona scuola di tango milonguero e' sempre piu' difficile... ma non impossibile...

massitango ha detto...

caro Alessandro, benvenuto nel blog e grazie per il commento. Ovviamente su tutto siamo d'accordo ed ho veramente poco da aggiungere. Solo una piccola considerazione sui neofiti tangheri che, giustamente, amano frequentare le milonghe...
Spesso parlo con brave ballerine che mi confidano il loro piacere nel ballare ANCHE con quei principianti che semplicemente camminano, ma bene e con la musica, mentre sono "terrorizzate" dall'idea di ballare con altri principianti che si propongono con "figure" improbabili senza un'adeguata preparazione. E mi chiedo: ma le maestre che insegnano questo ultim'tipo di tango, in milonga con i propri allievi ci ballano con piacere? E se una maestra trova "imballabili" i propri allievi, perché non si interroga su cosa stia insegnando? Idem per i maestri. Ma forse il "tango è bello perché è vario"! :-)

sirena ha detto...

Io aggiungerei che il tango è bello ...nonostante i maestri!;-))
Comunque è molto importante cio' che affermi: i maestri e le maestre dovrebbero sempre ballare con gli allievi, nei limiti del possibile, proprio per "verificare " quanto hanno imparato ed eventualmente "aggiustare il tiro" .Senza contare che è sempre piacevole per chi impara poter ballare con il proprio /a insegnante: ci si guadagna in autostima.
Ma a prescindere, anch'io amo ballare con i "camminatori": provo soddisfazione e non mi mancano le figure da "circo Barnum", ne' mi piace essere "oggetto di sperimentazione" da parte del ballerino.Credo di non dire nulla di nuovo se affermo che prima di "azzardare" qualche figura complessa è il caso e di osservare attentamente la ballerina e di ballarci almeno per un po'..
Aneddoto: un amico argentino che vive a Milano raccontava che ultimamente, tornato a Baires, ha invitato per una tanda sua sorella, milonguera de milonga ( insomma senza scuola),e lei l'avrebbe apostrofato come "europeo" perchè già al primo tango, lui l'avrebbe "portata all'incrocio".. ....;O))
Un caro saluto
Dori

massitango ha detto...

ciao Dori, dopo il tuo aneddoto mi sento molto europeo, forse troppo! Sarà il caso che depauperi il repertorio del primo tango?
:-)

Carrie ha detto...

Condivido il tuo pensiero. C'è anche da dire che non tutti sono pronti per ballare milonguero. Ci vuole testa... e cuore. Ma quando un allievo si avvicina a questo stile e lo comprende nella sua essenza, per gli insegnanti le soddisfazioni sono grandi. A presto, magari un giorno una tanda insieme! Claudia.

Fuzzy ha detto...

Salve a tutti.
Trovo interessante queste discussioni sul tango e vorrei esporre il mio punto di vista (da principiante e senza pretese: sono solo due anni che ballo il tango).
Premetto che personalmente preferisco i tanghi classici (anni '40) a quelli più recenti ne' apprezzo particolarmente il tango nuevo, preferendo inoltre l'Orquesta Tipica alle grandi orchestre degli anni '50.
Escludiamo a priori il tango da "spettacolo" che sarà anche bello da vedere ma (essendo appunto uno spettacolo) snatura completamente il tango in quanto ballo di coppia, preferendo figure tanto improbabili quanto scenografiche (sentada etc.)
A mio modo di vedere la distinzione è da farsi fra lo stile salon e lo stile milonguero (ovvio che entrambi sono milongueri nel senso che si ballano in milonga).
L'insegnante che ho avuto per due anni (e che stimo molto) ci ha insegnato anche alcune figure come i giri (completi), le uscite all'americana e alcuni abbellimenti quali i boleo, curando sempre molto l'impostazione e l'eleganza, ma nelle milonghe che ho frequentato non ho avuto il piacere di vederne fare alcuno (tranne qualche boleo, prima delle 22 e dopo le 2.30...).
Com'è questa cosa?
Il corso era relativo allo stile salon però non abbiamo imparato alcun tipo di giro più "compatto" ed egualmente bello come quelli che abbiamo visto fare dalla stragrande maggioranza delle coppie in milonga (credo sia il giro milonguero).
Questa secondo me è una grossa mancanza poiché ritengo fondamentale conoscere passi e figure che poi in pratica si possono fare anche se la milonga è affollata (come capita usualmente), e non mi riferisco ai "passettini" citati da qualcuno nel forum.